sabato 3 settembre 2011

adv giapponese

Se qualcuno si stava chiedendo che fine ha fatto questo blog ecco la risposta. Ho aperto un nuovo blog dove forse ho qualcosa di più interessante da dire, qualcosa di cui posso parlare perchè il mio lavoro vi si basa su. Advertising. Giapponese.
Spero vi interesserà, tornerò a parlare di fotografia appena ne sentirò il bisogno.

http://advgiapponese.wordpress.com/

giovedì 11 agosto 2011

Vecchie pubblicità di macchine fotografiche giapponesi.

Non è un segreto che il mio mestiere non è il fotografo ma il pubblicitario. Questo per spiegare il motivo che mi spinge molto spesso a passare ore trotterellando su YouTube a guardare vecchie e nuove cm (commercial movie) da tutto il mondo. Vivendo a Tokyo sono bombardato continuamente da pubblicità e c'è da dire che la comunicazione giapponese andrebbe analizzata avendo già sulle spalle una serie di conoscenze culturali riguardo il target. Non puoi pretendere di comunicare in giappone con gli stessi canoni di comunicazione europei, questo è quello che dovrebbero capire anche tutta una lunga lista di persone che "purtroppo" lavora in pubblicità e pensa che ogni posto in cui lancia un prodotto sia uguale all'altro. Niente di più sbagliato, anche un bambino darebbe per scontato che per fare pubblicità in Giappone si ha la necessità di qualcuno che in Giappone ci vive, ma questa è un altra storia...
Andando a ritroso negli anni ho notato che le pubblicità di macchine fotografiche non sono mai mancate, a differenza dell'italia dove per quel che io mi ricordi non ho mai visto reclamizzare in tv le nikon che conoscevo grazie soltanto al mestiere del mio papà.
I giapponesi come primi produttori di macchine fotografiche non hanno mai risparmiato per nessuno dei loro prodotti un degno commercial movie e oggi come oggi, andando a riguardare questi mini filmati mi viene da pensare quanto più fossero invogliati i giovani giapponesi degli anni '80 a tentare la carriera del fotografo professionista. Le pubblicità giapponesi di oggi sono del tutto diverse, per lo più con modelli e modelle che hanno perso del tutto la loro posizione di "modelle" in quanto tali ed hanno attraversato l'obbiettivo diventando loro stesse fotografe.
Oggi le reclame di macchine fotografiche raccontano la storia di ragazze (bellissime) fondamentalmente annoiate che gironzolano per il giappone a fare foto con le loro micro-compatte (e gatti nella borsa...). Da you tube un estratto per farsi un idea di quello che sto dicendo. Dal 1977 al 2010.


http://www.youtube.com/watch?v=EBWlA6XFEeM&feature=related


http://www.youtube.com/watch?v=NQDhxn65jlA


http://www.youtube.com/watch?v=RANR5hZTBrQ

http://www.youtube.com/watch?v=7yjCEsGgceU&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=thvunE2YA-c&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=3cQ7hL9iS0c&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=Um1FjRFzJWQ&feature=related



domenica 19 giugno 2011

La memoria del gusto.

La memoria del gusto.
Da quando ho iniziato a vivere qui sono passati esattamente un anno e quattro mesi. Circa.
Ci sono delle cose che ho smesso di fare, cose che considero legate al passato. Il passato trascorso in Giappone intendo, anche se vivo qui da relativamente poco, il tempo percepito mi sembra più lungo perchè non è "volato" come si suol dire anzi è stato centellinato in innumerevoli situazioni così diverse tra di loro che mi viene da considerare "passato" cose vissute esattamente un anno fa. Cosidero "passato giapponese" anche le due volte che sono venuto in vacanza, non legandole necessariamente agli intermezzi trascorsi in italia tra la prima e la seconda vacanza. Con questo prolisso discorso volevo introdurre un riflessione fatta stasera, da tantissimo tempo non bevevo un caffè in lattina. Per l'esattezza un Wonda Morning Shot.
Non ho idea del perchè ho bevuto un caffè freddo alle undici e mezza di sera ma ne avevo voglia. Fatto sta che il caffè in lattina Giapponese ha un gusto unico ed inequivocabile, non è buono, forse non si può nemmeno considerare caffè ma provoca assuefazione. Appena mandato giù il primo sorso ho avuto una sorta di scarica di flashback della mia prima vacanza a Tokyo quando per via del caldo ne bevetti almeno duecento. Con il flashback ho avuto per la durata di un secondo un ricordo "sensitivo" del mio stato d'animo di allora, l'eccitazione per la novità, la curiosità. Ero felice. Molto più felice. Mi fa strano pensare che un caffè in lattina mi riporti indietro nel tempo così violentemente eppure è soltanto mix di caffeina, saccarosio e altre schifezze, ma il sapore della bibita legata al gusto del metallo sulle labbra ha fatto da conduttore in un tunnel temporale personale. Peccato in Italia praticamente non esiste, certe volte gli italiani sono così legati al loro clichet del caffè espresso che la maggior parte delle volte si precludono a priori ogni possibile alternativa. Posso svelare un segreto? Ho smesso da più di sei mesi di usare la moka. Ho comprato un set caraffa+dripper e bevo soltanto caffè drip o americano, secondo me è diverso dal nostro caffè ma non per questo deve essere considerato inferiore.

R.

domenica 5 giugno 2011

Yokohama Minato Mirai

Sabato pomeriggio sono andato a Yokohama per la prima volta. Alle orecchie di alcuni amici suonava strano il fatto che non vi fossi mai andato pur vivendo da quasi un anno e mezzo a Tokyo.
Sinceramente perchè non ho trovato tutto questo bisogno di andarci forse.
Comunque sabato pomeriggio ho preso lo zaino, il cavalletto e la macchina fotografica, ho messo i calzoncini corti (contro il caldo) e mi sono incamminato alla stazione.
Piccola informazione veloce, se volete andare a Yokohama da Tokyo, dovreste prendere la Tokyu Toyoko line ( 東急東横線) linea che fa capolinea a Shibuya. Vi consiglio di prendere il rapido o il semirapido, ci impiegherete circa 35/40 min. La zono portuale è molto carina, si chiama Minato Mirai e significa letteralmente "Porto del Futuro", (che mi fa tornare in mente Odaiba "città teleporto"...) insomma se non vi piacciono gli agglomerati urbani di grattacieli che sbattono la loro imponenza verso il mare, non andateci.
Oltre ad una suggestiva ruota panoramica che di notte si illumina e offre ai fotografi armati di cavalletto interessanti paesaggi in posa lunga, c'è la zona del porto vecchio che consiste in due grossi edifici di mattoncini rossi (all'interno troverete ristoranti et centrum commercialem) i quali vengono illuminati la notte e stagliandosi con lo sfondo di grattacieli e ruota panoramica creano un paesaggio interessante ed quasi irreale da fotografare. (qui)

Mi sono ripromesso di tornarci.
Questo è un estratto degli scatti che ho fatto, ho capito di desiderare un cavalletto più leggero, il mio Slik pesa troppo.




































R.

sabato 14 maggio 2011

Silenziosamente arriva l'estate.

A Tokyo è arrivata silenziosamente l'estate e riflettendo sull'anno passato comprendo che probabilmente ho fatto la metà dei buoni propositi che mi ero prefissato. Allora perché mi sento così indietro ancora?

Non c'è molto da dire, tirando le somme penso che scrivere questo blog mi ha fatto riflettere moltissimo su me stesso, sono senza ombra di dubbio il MIO lettore più fedele, mi rileggo, mi correggo, ci rifletto e ..."ma cosa volevo dire"? ...penso. Criptico, penso.
La realtà è che non sono molto bravo a descrivere le cose mettendo da parte l'emotività, non sono un giornalista e probabilmente nemmeno un fotografo in grado di raccontare storie.
Mi definirei più un cultore del bello ecco. Penso che il mondo ha bisogno anche di queste persone.

Ieri sono andato a Shibuya per cercare sugli spot buoni per il mio prossimo set, sto organizzando degli scatti con una ragazza che fa la barista in un Rock Bar di Tokyo, molto bella e molto tatuata, cosa abbastanza inusuale qui a Tokyo. Si, pur stando nel 2011 il Giappone è ancora ricoperto da un velo di indignazione verso qualsiasi cosa riguardi "l'iniettarsi dell'inchiostro nella pelle con gli aghi". Ma come il popolo degli "Irezumi 入れ墨" (dal giapponese letteralmente insertion of ink under the skin to leave a permanent, usually decorative mark) con una tradizione del tatuaggio millenaria oggigiorno si scandalizza di fronte ad un tatuaggetto? Si. In Giappone il tatuaggio viene ancora considerato come una pratica Yakuza (la mafia) di conseguenza ai tatuati non è possibili accedere in determinati luoghi come i bagni pubblici, i bagni termali o fare determinati lavori (specie se si hanno tatuaggi sulle braccia).
Tornando alla mia modella, non è di certo una criminale ma ovviamente in un posto dove farsi tatuaggi è considerato ancora molto ribelle, di ribelli ce ne sono tanti. In italia ormai sei alternativo se non te li fai. Non voglio aprire assolutamente un dibattito sul tatuaggio, non volevo affermare che le persone si fanno tatuaggi per ribellione, ognuno si tatua per le sue ragioni, dico che farsi un tatuaggio in giappone ha un valore diverso e che bisogna tener conto dell'impatto che avrà sugli altri, sulla società e come si rifletterà sulla tua vita lavorativa. Tutto qui.
La location che ho scelto è abbastanza suggestiva, non è altro che un insieme di scorci tra un palazzo e l'altro non troppo lontano da Shibuya (e dico pure che ci vuole un po di occhio e pazienza per trovare certi posti quindi mettiamo da parte la pigrizia altrimenti siamo tutti fotografi della domenica mattina). Ho scattato qualche posa giusto da "appunto mentale" e spero di riuscire a fare questa cosa entro la prossima settimana.
Mi piacerebbe molto poter fare una mappatura dei posti fotograficamente interessanti di Tokyo, così per dare un alternativa a chi non è interessato alle solite attrazioni che offre la città.

Rispondo subito ad alcune domande che mi sono state fatte riguardo la mia vita qui a Tokyo.

Per chi lavori?
-per nessuno, anzi per me, come fotografo almeno lavoro per me, senza voler nulla togliere agli altri io non voglio dimostrare niente a nessuno, mi interessa solo ritrarre belle realtà, mi piace fare ritratti a ragazze che hanno un viso espressivo perché sono fermamente convinto che basta uno sguardo a raccontare un intera storia, se così non fosse non esisterebbero i vari H-C Bresson. E mo ditemi che non è vero.

Che macchina fotografica usi?
-Una 5D mkII, che sfrutto ahimé pochissimo.

Se non fai il fotografo che lavoro fai?
-Sono un Art Director, lavoro in pubblicità, o meglio lavoravo in pubblicità in italia ora sto cercando una buona agenzia che mi assuma non appena potro cambiare il mio visto studenti che mi costringe a lavorare soltanto part-time.

Studente?! Che studi?
-Studio Giapponese in una scuola, ...si, per poter vivere e lavorare in Giappone si presume che tu riesca a comunicare con gli altri...

Come ti mantieni?
-Grafico Freelance, volantini, foto di eventi, marchette pubblicitarie e tutto quello che capita, Tokyo è una città costosa. Riconosco che in italia non ci camperesti mai in questo modo.

Tokyo è radioattiva? Non hai paura?
-No, non lo è mai stata. Ho avuto paura ma ho stretto i denti.

C'è la possibilità di lavorare come fotografo di moda a Tokyo?
-
Si esiste la possibilità se hai talento e soprattutto se parli abbastanza giapponese da poter comunicare con gli Art e con gli Editor delle varie riviste di fashion, Tokyo è una città che si regge sul fashion, non è strano venire fermati per strada e fotografati per qualche giornale di "snap-shot".
Ecco, magari prima di trasferirvi qui con una valigia piena di sogni valutate bene cosa avete da offrire e cosa fare nell'evenienza che tutto NON vada come avevate programmato.

Spero di aver chiarito le idee a un po di persone. Sono sempre disponibile a rispondere a tutte le email, quello a cui non risponderò più è alle richieste di pianificazione di una vacanza, per quello ci sono agenzie apposite :)

Questi sono gli scatti del posto dove vorrei fare lo shooting.

Ok...ammetto di aver esagerato in post-produzione. Giuro che il set lo scatto in "cyberpunkmode-off".




Il resto delle immagini su www.kokeshidesign.com/photography

venerdì 29 aprile 2011

Archivio di sentimenti.

Ormai sono passati quasi due mesi dal giorno che sembrava aver cambiato le nostre vite.
Incredibile che dopo solo 50 giorni gli eventi scatenati dal terremoto e dallo tsunami con la relativa fuga ad Osaka, mi sembrano successi dieci anni fa. Il cervello umano tende ad archiviare le situazioni e sigillarne le emozioni molto in fretta, quasi come un vecchio bibliotecario pignolo che trova soddisfazione nella sensazione di "silente controllo" datagli dalla polvere depositata sui libri maniacalmente disposti, alfabeticamente catalogati.
Sto ascoltando "Everyday" di Carly Commando, non a caso ho inserito questo pezzo di pianoforte nel mio video sull'hanami, suonato con un crescente ritmo che neanche a farlo apposta si lega ad hoc con il fluttuante movimento dei petali di ciliegio che cadono spazzati dal vento. Il vento che ha portato via l'hanami ha in un certo senso spazzato via le nostre paure, si perchè tutti alla fine sono tornati a Tokyo, forse più consapevoli della terra in cui hanno scelto di abitare.
Cerco di mantenere viva la fiamma del ricordo senza farmi distrarre dalle frivolezze che mi darà questa settimana di vacanza (Golden week), non voglio dimenticare quello che è successo e tutti i buoni propositi fatti nei momenti di lucidità alternati a quelli della confusione e panico, la gente sembra dimenticare in fretta e forse in un certo senso questa è buona cosa, magari servisse a far riattivare in "canali" di turismo e importazione/esportazione giapponesi.
Per quanto riguarda "La Situazione" (sempre con questo appellativo gli amici dall'italia mi chiedono aggiornamenti sulle centrali nucleari) posso soltanto dire che i ragazzi di Unico Lab continuano nella loro certosina opera di traduzione&spiegazione di tutte le notizie che arrivano da Tepco, Aieia e compagnia bella. Non finirò mai di provare sentimenti di gratitudine verso queste persone che pur non guadagnandoci nulla hanno preso a cuore "la situazione" autonominandosi quasi dei "paladini di chiarezza dell'informazione". Un sentito GRAZIE da parte mia che per quanto mi riguarda ho potuto fare ben poco per aiutarli.
Un po meno interessante la situazione dell'Ambasciata Italiana a Tokyo che dopo un ottimo lavoro svolto durante i giorni di caos sono tornati al loro solito tacito abisso di silenzio, in questo momento l'ultimo "update" risale al 22 Aprile. Lungi da me il volerli criticare, io per primo non conosco le dinamiche di lavoro dell'ambasciata però mi permetto di poter pensare (e me lo tengo per me e per questo blog) che se i ragazzi di Unico Lab lo fanno gratis i "ragazzi" dell'ambasciata sono invece pagati dallo stato Italiano, ma lungi da me il voler criticare, lungi lungi lungi...

Vorrei tornare a parlare solo di fotografia ma al momento ammetto di non sentirmi molto coinvolto, ho parecchio giapponese da studiare e in questo momento uscire a fare foto mi farebbe sentire in colpa, mi ri-prometto di uscire per qualche "raid" notturno magari vicino al porto e fare un po di pose lunghe che a quanto pare mi riescono parecchio bene.
Voglio anche ringraziare tutte le persone che hanno sostenuto il mio progetto Free for Japan.
Ho notato che molti fotografi amatoriali tengano alle loro foto molto più di quanto non facciano i professionisti ( "e per professionisti non intendo solo quelli che hanno una p-iva" cit.), mi viene da pensare a gigabyte di fotografie in Raw destinate a prendere polvere digitale nell'attesa dell'occasione giusta di vendere lo scatto al Nat.Geo. Vabbè, a ognuno le sue manie.

Spero di aggiornare presto con discussioni più interessanti e fotografie degne di èsser chiamate tali, la radioattività sta scendendo e questo mi rende felice. Buona Golden Week a tutti!

R.


Questa èra in vendita su Fotolia ma visto che mi stanno antipatici ho deciso di cancellare il mio account e regalarla QUI in alta risoluzione a chi la vuole.
Sono i "little monks" di Kamakura, una zona di mare molto bella vicino Tokyo.

domenica 17 aprile 2011