mercoledì 16 marzo 2011

Andiamo a sud e stacchiamo da questa aria pesante.

Stamattina ho bevuto soltanto un caffè. Invece dei soliti tre ai quali ormai il mio fisico si era abituato per mantenersi sveglio e reattivo. Forse perché non ho passato la notte a casa mia ma da un amico. Anche essendomi portato il mio pacco di caffè Ucc e i filtrini non sono riuscito alla fine a prepararmene abbastanza per le mie solite tre tazze. Non è il caffè che mi manca, il sonno forse, ecco quello si. Da ormai quattro notti che non riesco a stare in fase rem per piu di tre ore credo. Quest'ultima notte credo fosse lo sfinimento che ha smorzato il mio cervello e mandato in coma irreversibile il mio corpo.
Scrivo dallo shinkansen per Osaka, dove nonostante le tre ore di viaggio che mi aspettano, cullato dagli ondeggiamenti del treno superveloce non riesco proprio a dormire. Non credo che sia la paura del nucleare, la paura di dover aspettare davanti alla tele di un motel (sempre a trovarne uno) qualche nuova tragica notizia, senza sapere cosa fare come farlo, è soltanto un senso di disperazione che inizia a pervadermi alla luce dell'ipotesi di lasciare il giappone ora, troncare in meno di due secondi gli ultimi dodici mesi della mia vita.
Ho deciso di venire a vivere qui perché amo questo posto ed ho accettato di stare qui nella buona e nella cattiva sorte, ma non avevo mai riflettuto su come un evento di forze maggiori avrebbe messo cosi a rischio tutti i miei progetti.
Sono molto triste. Spero ancora che la fortuna, il buon karma e un nuovo giorno portino buone notizie e che tutto questo diventi soltanto una di quelle storie che si raccontano davanti a un paio di birre.

Ironia della sorte. Preparandomi per l'esame di giapponese la settimana scorsa mi sono soffermato su un kanji in particolare, chiedendomi il perché una parola del genere dovrebbe essere cosi importante da studiare dato l'argomento che a me risultava un po scaramantico e poco simpatico.
Il kanji era 震源地 si legge "shin ghen ci" e vuol dire epicentro sismico.

R.

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