venerdì 18 marzo 2011

la febbre di Osaka.

E così dopo 4 giorni di Osaka iniziamo a vederci chiaro. Quantomeno adesso penso di aver capito cosa voglio fare, ovvero tornare a Tokyo. Oggi la mia tempra d'acciaio ha mostrato i primi segni di cedimento portati da un febbrone che non mi ha fatto chiudere occhio stanotte. Credo che sia stata la conseguenza diretta allo stress degli ultimi giorni come per esempio il terremoto, l'allontanamento da Tokyo, le ansie, l'insicurezza su cosa fare nel prossimo futuro. Ora mi sembra tutto più chiaro almeno, o forse sono soltanto queste "kusuri" potentissime che mi hanno dato in farmacia per abbassare la febbrA.
Pare che la situazione a Fukushima si stia parzialmente stabilizzando. Non ne saremo certi finche quei reattori non saranno sigillati in sarcofaghi di cemento armato. Da parte nostra non possiamo fare altro che continuare a consultare i dati dei rilevatori di Tsukuba - Ibaraki, contatori geiger a cui abbiamo accesso tramite un ragazzo che fa il fisico a tsukuba, in questi giorni se non ci fosse stato lui a spiegarci il funzionamento dei reattori e a rassicurarci, credo che avremmo vissuto tutto con molta più tensione.
Credo che la febbre si stia abbassando veramente.
L'idea di tornare a Tokyo mi fa tirare un sospiro di sollievo, mi manca il mio letto. Al contempo pensare di passare altre due settimane (fino a l'inizio della scuola) in una metropoli parzialmente deserta mi mette un senso di angoscia. Credo proprio che mi concentrerò sullo studio del giapponese e sulla fotografia di una città che in queste condizioni non ho mai visto.

R.

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