
Vivo ormai da più di dieci giorni in questa piccola stanza di tre tatami. Da quattro giorni data l'influenza non èsco quasi mai dalla stanza, se non per pisciare o per andare a comprare cibo. Fuori c'è doubutsuen, quartiere poco raccomandabile di Osaka, pieno di puttane cinesi e spacciatori di droghe sintetiche. Tutti parlano un dialetto che piano piano incomincio a fare mio. Mi sento un po come Case, come Neo, come Johnny Mnemonic. Questo è fottutamente cyberpunk. Questa città è fottutamente cyberpunk.
R.
Nessun commento:
Posta un commento